Il lago Omodeo è un lago artificiale della
Sardegna e si trova nella provincia di Oristano. Fu il primo bacino artificiale realizzato
nell’isola, grazie alla costruzione della diga di Santa Chiara, presso Ulà
Tirso. La costruzione della diga venne iniziata nel 1918, fu completata nei
primi mesi del 1924, e dava vita al più grande lago artificiale d’Europa con
una capacità massima di 403 milioni cubi d’acqua. Venne inaugurata
ufficialmente il 28 aprile 1924 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. I
lavori della costruzione del lago Omodeo rientravano nell’ampio progetto di
bonifica della pianura di Oristano. Il progetto era dell’ingegner Angelo Omodeo
che aveva alle spalle l’esperienza di costruzione delle grandi dighe sul Nilo.
La costruzione fu completata in cinque anni, sotto la
direzione dell'ingegner Giulio Dolcetta e vi furono impiegati circa 16000 operai. Il bacino era lungo
22 km e largo 3 km. Doveva servire a regolare le piene del fiume Tirso,
produrre energia elettrica e fornire l’acqua per l’irrigazione della Pianura
del Campidano. Nota dolente: la
costruzione del bacino determinò la sommersione di alcuni siti archeologici
(nuraghi, tombe di giganti e l’insediamento pre-nuragico di “Serra Linta”). Questi resti si possono ancora vedere, ma solo dalla primavera inoltrata
all’autunno, cioè quando il lago in parte si prosciuga e si individuano allora,
anche a grande distanza, perché il terreno è pianeggiante e sgombro dalla
vegetazione. Questi resti che si vedono si presentano di colore uniforme al
terreno a causa del limo che si deposita con il prosciugamento dell’acqua.
Purtroppo parte di questi resti fu smantellata già all’inizio dell’Ottocento
per costruire muretti a secco. In certi punti si conservano pochi filari di
pietre, mentre in altri punti i basamenti sono più integri e presentano dei
recinti intorno alla torre centrale. Sempre a causa della costruzione del
bacino, venne sommerso anche il villaggio di Zuri, poi edificato su un’altura
poco distante dal Lago, e l’antica
chiesa romanica del villaggio, dedicata a San Pietro Apostolo, chiesa che venne
smontata letteralmente pietra per pietra e ricostruita nell’attuale posizione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la diga subì dei danni causati dalle bombe
che aerei inglesi vi sganciarono. Nel 1982 si provvide ad ampliare il bacino
con la costruzione di un’altra diga più a valle, nel territorio di Busachi. I lavori
terminarono nel 1997, quando fu inaugurata la nuova diga, intitolata a Eleonora
d’Arborea. Il nuovo sbarramento è alto 120 metri e lungo 582 metri. La capacità
dell’invaso è arrivata ora a 792 milioni di metri cubi d’acqua. Il lago Omodeo
è divenuto oggi una meta turistica rinomata, perché è circondato da
altopiani basaltici ed aspre montagne che conservano il sapore di una Sardegna selvaggia e affascinante.
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mercoledì 30 aprile 2014
martedì 29 aprile 2014
Inside Sardinia: Sant'Antioco necropoli punica-Punic necropolis of ...
Inside Sardinia: Sant'Antioco necropoli punica-Punic necropolis of ...: Sant'Antioco villaggio ipogeo "Is Gruttas" (le grotte) di Sant'Antioco facevano parte della necropoli punica di S...
Sant'Antioco necropoli punica-Punic necropolis of Sulky
Sant'Antioco villaggio ipogeo
"Is Gruttas" (le grotte) di Sant'Antioco facevano parte della necropoli punica di Sulky, antico nome di Sant'Antioco. La necropoli è costituita da tombe con ambienti sotterranei (ipogei), scavati nel tufo e utilizzati tra la fine del 6 ° secolo and 3° a. C.
Più tardi (fino a circa il 1960) alcune tombe sono state trasformate in abitazioni dalle classi più povere del paese. Ora sono completamente ristrutturate e offrono uno spaccato della vita passata.
Sant'Antioco hypogeum village
The so called "caves" of Sant'Antioco were part of the Punic necropolis of Sulky, ancient name of Sant'Antioco. The necropolis was made up of tombs with underground rooms (hypogea) digged up in the tuff and used between the end of the 6th and3rd century b C.
Later (until about 1960) on some tombs were transformed into houses by the poorest classes of the village. Now they are completely restored and offer a cross-section of past life.
mercoledì 23 aprile 2014
Janas e domus de janas
Ci sono tantissime leggende sulle Janas che avrebbero abitato le domus. A Belvì, si narra ad es. che le gianas erano donne venute da paesi lontani, ricchissime e bellissime, che amavano gli uomini e fecero loro del bene, finché gli uomini furono buoni, ma quando essi divennero malvagi, le piccole fate, sdegnate, lasciarono per sempre i luoghi da loro abitati e si rifurgiarono nelle domus de janas. A Isili si racconta che queste piccolissime fate uscivano dalle loro buche soltanto dopo la mezzanotte per cucire ricamare e lavare il bucato delle creature che dovevano mettere al mondo.
Gino
Bottiglioni “Leggende e tradizioni di Sardegna”
martedì 22 aprile 2014
VILLACIDRO, Rio Leni dam. La diga sul Rio Leni
VILLACIDRO, Rio Leni dam
The artificial lake is named after one of the major watercourses flowing into it, i.e. the stream Leni. The lake is comprised in the territory of Villacidro and represents one of the main basins of Middle Campidano. Created following the construction of the dam of Leni (1987), it is characterized by a considerable size (its basin surface covers about 74 sq Km, for a capacity of 20 million m3), but also by a special building technique: this is the second artificial basin in Europe (coming after another one in Basilicata) whose dam has been exclusively made in packed earth, with alluvional material directly taken from adjacent areas.
The lake has been perfectly inserted in the surrounding environment and is now suitable for lots of sports. Indeed, many fishing contest are organized there, besides a Triathlon show of international importance.
La diga sul Rio Leni
Il lago artificiale prende il nome da uno dei due fiumi principali di cui raccoglie le acque, il rio Leni. E’ sito nel territorio di Villacidro e rappresenta uno dei bacini più importanti del Medio Campidano. Originatosi a seguito della costruzione della diga Leni (1987), si caratterizza non solo per le sue dimensioni (ha una superficie di invaso di circa 74 Km2 e una capacità di 20 milioni di m3), ma soprattutto per la tecnica costruttiva utilizzata. Si tratta del secondo bacino artificiale d’Europa, dopo quello presente in Basilicata, il cui sbarramento è stato realizzato esclusivamente in terra battuta, con materiale alluvionale raccolto direttamente nella zona circostante.
Il lago è perfettamente inserito nell’ambiente circostante e si presta per numerose attività sportive: accoglie diverse gare di pesca e l’importante manifestazione internazionale di Triathlon.
http://www.provincia.mediocampidano.it/
The artificial lake is named after one of the major watercourses flowing into it, i.e. the stream Leni. The lake is comprised in the territory of Villacidro and represents one of the main basins of Middle Campidano. Created following the construction of the dam of Leni (1987), it is characterized by a considerable size (its basin surface covers about 74 sq Km, for a capacity of 20 million m3), but also by a special building technique: this is the second artificial basin in Europe (coming after another one in Basilicata) whose dam has been exclusively made in packed earth, with alluvional material directly taken from adjacent areas.
The lake has been perfectly inserted in the surrounding environment and is now suitable for lots of sports. Indeed, many fishing contest are organized there, besides a Triathlon show of international importance.
La diga sul Rio Leni
Il lago artificiale prende il nome da uno dei due fiumi principali di cui raccoglie le acque, il rio Leni. E’ sito nel territorio di Villacidro e rappresenta uno dei bacini più importanti del Medio Campidano. Originatosi a seguito della costruzione della diga Leni (1987), si caratterizza non solo per le sue dimensioni (ha una superficie di invaso di circa 74 Km2 e una capacità di 20 milioni di m3), ma soprattutto per la tecnica costruttiva utilizzata. Si tratta del secondo bacino artificiale d’Europa, dopo quello presente in Basilicata, il cui sbarramento è stato realizzato esclusivamente in terra battuta, con materiale alluvionale raccolto direttamente nella zona circostante.
Il lago è perfettamente inserito nell’ambiente circostante e si presta per numerose attività sportive: accoglie diverse gare di pesca e l’importante manifestazione internazionale di Triathlon.
http://www.provincia.mediocampidano.it/
sabato 19 aprile 2014
chiesa di San Giovanni a Sinis
La chiesa di San Giovanni di Sinis non
lontano da Cabras, in provincia di Oristano, sorge nei pressi dell’attuale
borgo di San Giovanni di Sinis, accanto all’antico tracciato che, in
epoca romana, collegava gli abitati di Tharros
e di Cornus (L’area archeologica di Cornus si trova sul versante orientale della
Sardegna, a circa 25 Km dall’attuale centro di Santa
Caterina di Pittinuri).La chiesa, una delle più
antiche della Sardegna, fu costruita su un'area anticamente adibita a necropoli
punica e poi cristiana, fu edificata durante il periodo bizantino a metà del VI
sec. e subì un ampliamento tra il IX e il X
sec. Dedicata a San Giovanni
Battista, si presenta con pianta rettangolare e abside sporgente rivolta ad est e appare costruita in blocchi di
arenaria “a vista”, presumibilmente blocchi provenienti
dalle mura dell'antico abitato di Tharros che dista poche centinaia di metri
dall'edificio. L'interno è organizzato in tre navate separate da tre archi in
successione e coperte da volte a botte; al di sopra vi è una piccola cupola;
l'illuminazione è assicurata da una finestra ottagonale nella facciata e da tre
bifore nell'abside che ricordano modelli diffusi nelle aree lombarde e
ravennate. Alcuni particolari come le cornici romaniche del transetto fanno supporre ad un intervento
dell'XI secolo, periodo in cui è documentata la presenza di popolazioni della
Navarra a Tharros,
presumibilmente fra il 1050 e il 1070, anno del definitivo abbandono di quella
città. Sicuramente nell’XI secolo la chiesa aveva struttura a pianta centrale bizantina a quattro bracci uguali e
con la parte centrale sovrastata da una cupola sull'esempio della basilica di
San Saturno a Cagliari che fu costruita nello stesso periodo. Solo nel IX sec.
e X sec. fu ingrandita con
l'aggiunta delle due navate laterali
con volte a botte. All’interno, sulla destra, si trova una pregevole acquasantiera
con piedistallo in arenaria e conca in pietra finemente lavorata risalente al
XVI sec. trasferita dalla chiesa di San Giovanni Battista di Nurachi, ecco
perché sullo sfondo in bassorilievo vi è un pesce, stemma della Villa di
Nurachi.
venerdì 18 aprile 2014
Trekking Monte Linas, Sardinia
Trekking Monte Linas, Sardinia
Partendo dalla località di Villascema, si percorre un sentiero in salita per poi scendere dall'altra parte del versante e arrivare al parco di "Perd'e Pibara" dove ci sono dei tavoli e si può fare un bel picnic in mezzo ai lecci. Questa zona a ridosso del Monte Linas è attraversata da numerosi sentieri C.A.I. frequentati non solo dagli amanti del trekking e dell' escursionismo, ma utilizzati anche per gare di mountain bike e triathlon a livello nazionale ed internazionale. Alla fine della prima salita del percorso, se si ha il coraggio e la voglia, si può anche decidere di raggiungere le vette del Monte Linas, che con i suoi 1236 m rappresenta il rilievo più alto di tutta la Sardegna meridionale. Una semplice e tranquilla scampagnata che può dventare anche un bel esrcizio di tekking, ma in tutti i casi sempre immersi nella tipica macchia mediterranea.
Trekking Monte Linas, Sardinia
On part de Villascema, une localité près de Villacidro, et on parcours une montée jusqu'au sommet pour redescendre de l'autre coté et arriver au parc de "Perd'e Pibara" où il y a des tables et on peut faire un pique-nique. Cette zone, adossée à la montagne de Linas,̋ est traversée par les sentiers CAI parcours par les amateurs de la marche, mais aussi par les sportifs les plus entraînés. Ces lieux sont fréquentés aussi par ceux qui vont en mountain bike et qui font du triathlon. Une fois qu'on arrive au sommet de la première montée du chemin, si on a le courage et l'esprit, on peut rejoindre le sommet du Mont Linas, le plus haut du sud de la Sardaigne avec ses 1236 mètres. En ce cas, une simple promenade dans les bois devient un long parcours de montagne toujurs plongé dans le typique maquis méditerranéen.
Trekking Monte Linas, Sardinia
The hike starts from Villascema, about 8 km from Villacidro. You walk up a medium climb, then you walk down again to reach "Perd'e Pibara" Park where you find some tables and you can have a nice snack surrounded by holm oak trees . This area, in the shelter of Linas Mountain, is full of CAI paths and frequented by passionate hikers and also used for mountain bike and triathlon races. When you walk the first climb, at the peak, you can decide, if you have power and courage, to keep walking to the Monte Linas peak, which is the highest point of southern Sardinia (1236 m). In this case a normal walk can become a long hike, always surrounded by yhe typical mediterranean scrub.
giovedì 17 aprile 2014
IL TURISMO SOSTENIBILE IN SARDEGNA, PROGETTO ShMILE 2
IL
TURISMO SOSTENIBILE IN SARDEGNA
PROGETTO ShMILE 2
La riduzione del rischio ambientale nel bacino del Mediterraneo attraverso la promozione del turismo sostenibile.
La mattina del 16 aprle si è tenuto presso la Camera di Commerco di Cagliari il convegno intitolato “ShMILE 2“, portato avanti dal Centro Servizi per le Imprese della Camera di Commercio di Cagliari e dall'Agenzia Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna, insieme ad altri partner esteri. Si è parlato dell’importanza di avere un riconoscimento certificato di compatibilità ambientale da parte delle strutture ricettive in Sardegna e nel resto del Bacino Mediterraneo. Avere il certificato Ecolabel ha due vantaggi: quello di portare un effettivo risparmio economico nella gestione della struttura, e quello di entrare con il vento in poppa nel mercato del turismo sostenibile, dove il turista è sempre più attento alle problematiche ambientali.
Tra i differenti interventi della mattinata, spicca, senza dubbio, quello fatto da Daniela Ducato, imprenditrice leader in Europa nella lavorazione della lana di pecora ad uso edile, che non poteva mancare, in un convegno lin cui si parla di sostenibilità in Sardegna. Le sue parole hanno subito catturato la platea con la forza delle sue idee, mai banali, e con il suo atteggiamento innovativo, che spinge a vedere in maniera differente le cose che ci circondano e a cui noi diamo poco peso e mai penseremo possano essere fonte di rcchezza, come appunto la lana di pecora. Nella sua attività all’Edilana persegue un tipo di attività, economica ed etica assieme, dove si usano prodotti il più possibile naturali, autoctoni, riducendo al massimo la produzione di CO2, in altre parole sostenibile.
Nel corso del convegno un altro intervento significativo è stato quello del prof. Antonio Usai dell’Università di Sassari, che ha parlato di quanto sia difficile la diffusione dello spirito “green”. Termine diventato di moda e che tutti abbracciano con la velocità con cui si clicca “mi piace” nelle pagine internet, ma più difficile da far assimilare in profondità dalla gente, nella vita quotidiana. Il professore ha indicato, però, una via interessante, quella dell’emozionalità partecipata, che arricchisce il turista nel profondo e fa sì che finisca la propria vacanza con qualcosa di più duraturo di un semplice souvenir quattro mori, perché avrà vissuto un’emozione che ripaga il sacrificio economico a cui sarà chiamato.
Al termine del Convegno si è svolta la Cerimonia per la valorizzazione degli Hotel che hanno presentato la richiesta di assegnazione dell'Ecolabel Europeo, i cui rappresentanti hanno sottolineato l'impegno dell' Agenzia Conservatoria delle Coste e Camera di Commercio, in questo progetto.
Questa è la dimostrazione che quando il pubblico e il privato lavorano bene e in maniera sinergica i risultati si vedono e sono alla portata di tutti!
http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=1824&s=189412&v=2&c=9424&idsito=23
PROGETTO ShMILE 2
La riduzione del rischio ambientale nel bacino del Mediterraneo attraverso la promozione del turismo sostenibile.
La mattina del 16 aprle si è tenuto presso la Camera di Commerco di Cagliari il convegno intitolato “ShMILE 2“, portato avanti dal Centro Servizi per le Imprese della Camera di Commercio di Cagliari e dall'Agenzia Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna, insieme ad altri partner esteri. Si è parlato dell’importanza di avere un riconoscimento certificato di compatibilità ambientale da parte delle strutture ricettive in Sardegna e nel resto del Bacino Mediterraneo. Avere il certificato Ecolabel ha due vantaggi: quello di portare un effettivo risparmio economico nella gestione della struttura, e quello di entrare con il vento in poppa nel mercato del turismo sostenibile, dove il turista è sempre più attento alle problematiche ambientali.
Tra i differenti interventi della mattinata, spicca, senza dubbio, quello fatto da Daniela Ducato, imprenditrice leader in Europa nella lavorazione della lana di pecora ad uso edile, che non poteva mancare, in un convegno lin cui si parla di sostenibilità in Sardegna. Le sue parole hanno subito catturato la platea con la forza delle sue idee, mai banali, e con il suo atteggiamento innovativo, che spinge a vedere in maniera differente le cose che ci circondano e a cui noi diamo poco peso e mai penseremo possano essere fonte di rcchezza, come appunto la lana di pecora. Nella sua attività all’Edilana persegue un tipo di attività, economica ed etica assieme, dove si usano prodotti il più possibile naturali, autoctoni, riducendo al massimo la produzione di CO2, in altre parole sostenibile.
Nel corso del convegno un altro intervento significativo è stato quello del prof. Antonio Usai dell’Università di Sassari, che ha parlato di quanto sia difficile la diffusione dello spirito “green”. Termine diventato di moda e che tutti abbracciano con la velocità con cui si clicca “mi piace” nelle pagine internet, ma più difficile da far assimilare in profondità dalla gente, nella vita quotidiana. Il professore ha indicato, però, una via interessante, quella dell’emozionalità partecipata, che arricchisce il turista nel profondo e fa sì che finisca la propria vacanza con qualcosa di più duraturo di un semplice souvenir quattro mori, perché avrà vissuto un’emozione che ripaga il sacrificio economico a cui sarà chiamato.
Al termine del Convegno si è svolta la Cerimonia per la valorizzazione degli Hotel che hanno presentato la richiesta di assegnazione dell'Ecolabel Europeo, i cui rappresentanti hanno sottolineato l'impegno dell' Agenzia Conservatoria delle Coste e Camera di Commercio, in questo progetto.
Questa è la dimostrazione che quando il pubblico e il privato lavorano bene e in maniera sinergica i risultati si vedono e sono alla portata di tutti!
http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=1824&s=189412&v=2&c=9424&idsito=23
lunedì 14 aprile 2014
Archaeological sites in Sardinia.. Tharros
Tharros fu una città punico-romana fondata dai Fenici nel VIII secolo A.C. Si trova nel comune di Cabras, sulla penisola di Sinis. Il sito archeologico di Tharros affascina il visitatore sia per i resti di questa cittadina, un tempo centro fiorente, sia per la sua posizione con una splendida vista sul Golfo di Oristano e sul complesso del Monte Linas a sud. Sopra Tharros, si trova la torre spagnola di San Giovanni, costruita con le pietre della città, ormai abbandonata nel 900 d C. a causa delle continue incursioni arabe. Le continue incursioni arabe fecero si che la popolazione cercasse rifugio più verso l’entroterra, dove oggi sorge la città di Oristano, protetti dietro gli stagni ad Oristano. Proseguendo il cammino sino al capo di San Marco, il promontorio a nord del Golfo di Oristano, si arriva dopo circa 5 kilometri, ad un moderno faro che rappresenta il punto estremo della penisola del Sinis. Il Sinis è l’area depressa del Golfo di Oristano, dal quale lo separano estesi cordoni sabbiosi che si interrompono soltanto lungo il canale di collegamento con il mare. E’ una laguna che si estende per 450 ettari con una profondità che varia dal mezzo metro al metro. Nella stagione estiva, con l'abbassarsi del livello dell'acqua, il fondo riemerge e lo specchio d'acqua si fraziona in diversi piccoli stagni tra i quali il più noto è quello di “Sa Mardini”.Il suo particolare ambiente caratterizzato da venti costanti, salsedine e scarsa piovosità, ha favorito la presenza di specie animali rilevanti, soprattutto di uccelli, ecco perché, dal punto di vista ornitologico è uno dei siti più importanti dell’intera Sardegna. Il suo particolare ambiente, caratterizzato da venti costanti, salsedine e scarsa piovosità ha favorito la presenza di specie animali significative, soprattutto di uccelli, tanto che dal punto di vista ornitologico è uno dei siti più importanti della Sardegna. Tra gli uccelli presenti ricordiamo: il fenicottero rosa, il cormorano, il pollo sultano, il falco di palude, il gabbiano reale, il gabbiano corso, il germano reale, le pernici di mare, l'airone e il martin pescatore. L'escursione comprende la visita alla città di Tharros, alla Penisola del Sinis e alla chiesa Paleocristiana di San Giovanni. La Chiesa, eretta nel VI sec. d. C., si trova all'ingresso del borgo di San Giovanni di Sinis, sull'antica via che collegava Tharros a Cornus, in un'area su cui sorgevano prima una necropoli pagana ed in seguito un'area funeraria cristiana.
Tharros was founded by Phoenicians during the 8th century B.C. It is located in the municipality of Cabras, in the Sinis Mainland. The archeological site of Tharros bewitches visitors both for the ruins of the old commercial town and for its geographical position looking over Oristano Gulf and farther The Monte Linas range. Dominating the Tharros ruins there is The San Giovanni Tower built with the stones of Tharros, already abandoned in the 10th century A.C. because of the constant raids north African pirates perpetuated for years along Sardinian coasts. These constant incursions pushed local people to move inland where today we find Oristano, a safer place surrounded by lots of marshes.
From Tharros we can reach “San Marco” Cape, the northern promontory of the Oristano Gulf, where an old lighthouse represents the extreme point of Sinis Mainland. Sinis is the depression ara of Oristano region, separated from it by extensive sandy strips. This is a lagoon which extends for 450 hectares, deep from 0.5 m to 1 m. The environment, characterized by constant winds, salinity and low rains, has favoured the presence of remarkable animal species, above of all: many birds. The most common birds are: pink flamingos, cormorant, marsh harrier, herring gull, sea partridge, heron. Ornithologically speaking, Sinis is one of the most important areas of Sardinia.
The excursion includes a guided tour into the Tharros ruins, the San Giovanni church and walking along the Sinis Peninsula. The San Giovanni church is sited at the entrance of the village of S.Giovanni di Sinis, along a modern road following the old street connecting Tharros to Cornus. The church was built in the 6th century A.D. On an area used as a necropolis, originally pagan and then Christian.
Tharros was founded by Phoenicians during the 8th century B.C. It is located in the municipality of Cabras, in the Sinis Mainland. The archeological site of Tharros bewitches visitors both for the ruins of the old commercial town and for its geographical position looking over Oristano Gulf and farther The Monte Linas range. Dominating the Tharros ruins there is The San Giovanni Tower built with the stones of Tharros, already abandoned in the 10th century A.C. because of the constant raids north African pirates perpetuated for years along Sardinian coasts. These constant incursions pushed local people to move inland where today we find Oristano, a safer place surrounded by lots of marshes.
From Tharros we can reach “San Marco” Cape, the northern promontory of the Oristano Gulf, where an old lighthouse represents the extreme point of Sinis Mainland. Sinis is the depression ara of Oristano region, separated from it by extensive sandy strips. This is a lagoon which extends for 450 hectares, deep from 0.5 m to 1 m. The environment, characterized by constant winds, salinity and low rains, has favoured the presence of remarkable animal species, above of all: many birds. The most common birds are: pink flamingos, cormorant, marsh harrier, herring gull, sea partridge, heron. Ornithologically speaking, Sinis is one of the most important areas of Sardinia.
The excursion includes a guided tour into the Tharros ruins, the San Giovanni church and walking along the Sinis Peninsula. The San Giovanni church is sited at the entrance of the village of S.Giovanni di Sinis, along a modern road following the old street connecting Tharros to Cornus. The church was built in the 6th century A.D. On an area used as a necropolis, originally pagan and then Christian.
sabato 12 aprile 2014
il mirto fatto in casa
ingredienti:
1 kg di bacche
1 kg di zucchero
1 litro di acqua
1 bottiglia da 1
litro di alcol puro al 90 %
preparazione:
Mettete le bacche di mirto in un contenitore e versateci a
copertura l’alcol. Il contenitore dove mettete le bacche deve essere abbastanza
grande da contenere sia le bacche sia l’alcol, e deve avere una chiusura
ermetica.
Lasciate riposare il tutto in un posto fresco e privo di luce per
almeno 40 giorni., agitando una volta al giorno il recipiente. Trascorsi i 40
giorni, filtrate l’alcol dalle bacche e dai residui, strizzate anche un po’ le bacche
per ricavarne tutto il succo che hanno assorbito. Nel mentre preparate uno
sciroppo facendo bollire l’acqua e sciogliendovi lo zucchero. Ottenuto lo
sciroppo, fatelo raffreddare e miscelatelo quindi con l’alcol aromatizzato che
avete ottenuto dal mirto. Filtrate di nuovo il tutto, imbottigliate questo
contenuto e lasciate riposare queste bottiglie in luogo fresco per 1 mese e
mezzo o 2 mesi. Servite fresco. Non siate avari e ricordatevi degli amici.
giovedì 10 aprile 2014
mercoledì 9 aprile 2014
VISIT CAGLIARI guided by an Archaeologist
Cagliari is an emblem of evolution, change, freshness and life surrounded by water. It is situated in south Sardinia, in the middle of the Angels Gulf and between the Molentargius and Santa Gilla lagoons.
Cagliari has 4 historical districts: Stampace, the artistic district; la marina, the commercial district; Villanova, the farmers district and Castello, the noble district, where in old times lived the people of power. These were characteristics of the middles ages but they no longer apply. Castello is one of the four historic districts of Cagliari that dominates the city from a high. The first nucleus of the city was probably formed by the Phoenicians acropolis of Karali. This hilltop citadel is Cagliari’s most iconic image, its domes, towers and palazzi, once home to the city’s aristocracy, rising above the sturdy ramparts built by the Pisans and Aragonese. alking through the streets of Castello you can sense the history of the most authentic Cagliari, between the present and the past; the ancient palaces and hidden churches where the narrow streets have changed little since medieval times. You should't miss the magnificent Cathedral, the Royal Palace, the panoramic terraces of the ramparts of Saint-Rémy and Santa Croce, which in the summer nights are also the nightlife centre. from 20 euro...http://www.insidesardinia.com/contatti.php
La storia, a Cagliari, si respira negli stretti vicoli di Castello, roccaforte di antichi dominatori, e nel quartiere della Marina, crocevia di numerose rotte commerciali, ma la si coglie anche a Stampace e a Villanova, dove ogni casa e ogni strada ha una storia vecchia centinaia di anni.
Camminando per le vie di Castello si vive l'atmosfera, tra presente e passato, della Cagliari più autentica: i palazzi nobiliari, con gli stemmi delle antiche famiglie che li abitavano, le chiesette nascoste e i balconcini in ferro battuto. Assolutamente da non perdere la splendida Cattedrale, che custodisce i resti di alcuni esponenti della famiglia reale dei Savoia, come anche quella dell’Infante di Spagna Martino il Giovane, e un ossario che contiene quasi duecento resti di santi e martiri della storia sarda. Da visitare anche il Palazzo Regio, dove agli inizi dell’Ottocento, quando Cagliari era come una seconda capitale del regno di Sardegna, si rifugiarono i Savoia, che fuggivano davanti all’invasione napoleonica, né si possono trascurare le terrazze panoramiche dei bastioni di Saint-Rémy e di Santa Croce, che nelle notti d'estate sono anche il fulcro della vita notturna cagliaritana. da 20 euro http://www.insidesardinia.com/contatti.php
martedì 8 aprile 2014
Eucalyptus
E’ una pianta sempre verde, originaria dell’Oceania,
appartenente alla famiglia delle Mirtacee, il nome viene dal greco e significa “nascondere
bene” , dovuto al fatto che i petali nascondono bene il fiore.
In Italia gli Eucalyptus sono
stati impiantati massicciamente nelle regioni paludose della Maremma e delle
pianure Pontine in epoca Fascista soprattutto per un motivo: queste specie
hanno un apparato radicale molto profondo in grado di pompare grandi quantitativi
di acqua dal terreno contribuendo alla bonifica delle aree paludose, prosciugando
i terreni ed eliminando gli habitat idonei alle zanzare, in particolar
modo le zanzare Anopheles portatrici della malaria. Sulla scia di questo
utilizzo, in Sardegna gli Eucalyptus hanno fatto la loro comparsa nei primi
decenni del XX secolo, al momento della grande bonifica della piana di
Terralba-Arborea, quando furono utilizzati nelle bonifiche e lungo i canali dei
centri abitati. E' possibile trovare ancora oggi, nei piccoli paesi del
Campidano e dell’Oristanese, lungo i canali, esemplari di Eucalyptus che hanno circa cento anni e risalgono
ai primi impianti di specie di questo genere sull'Isola.
Queste piante oggi vengono utilizzate meno perché ci
si è resi conto che l'ampio apparato radicale degli Eucalyptus può
rappresentare uno svantaggio tendendo a colonizzare il territorio e impedendo la
crescita di altre essenze arboree. Le specie coltivate in Italia sono circa
quaranta, anche se una stima precisa è difficile perché il loro numero continua
a crescere per le nuove introduzioni. Quella più diffusa in Sardegna è l'Eucaliptus Camaldulensis, molto rustico
e resistente ai parassiti e alla siccità.
Gli Eucalyptus sono piante molto nettarifere e
attirano molti insetti come le api, che da queste piante producono uno dei
mieli più apprezzati. L’ Eucalyptus è stato poi piantato con continuità per il suo
legname prodotto in grandi
quantità, soprattutto negli ultimi 50 anni, utilizzato in larga misura come
legna da ardere per i nostri camini e stufe. Si tratta di un combustibile di
qualità medio-alta, che ha sopperito alla carenza cronica di legna da ardere che affliggeva la nostra
isola nel passato spoglia com’era per l’aridità e i continui incendi. In altre
parole, la disponibilità di grandi quantitativi di legname a rapida crescita,
disponibile a buon mercato, ha negli anni salvato molti boschi sardi di grande
valore ambientale, storico e naturalistico dal taglio selvaggio per la produzione
di legna da ardere.
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