Banner

lunedì 6 luglio 2015

PORTO FLAVIA: SOMETHING YOU CAN NOT MISS IN SARDINIA


PORTO FLAVIA: SOMETHING YOU CAN NOT MISS IN SARDINIA

"It is a sort of Stendhal syndrome, that in which one feels disoriented before something of great beauty, which befalls whosoever takes a ride up the southwest coastline from Funtanamare to Nebida and Masua: the scenery penetrates into the soul.. A primordial vision awakens memories buried in our collective unconscious: the sea reflecting shades of sapphire and emerald, cobalt and turquoise, those vertical cliffs and, above all, the Pan di Zucchero, that rises up the distance. It is 134 metres tall: a block of limestone which broke off from Mother Earth millions of years ago.
Geologists and palaeontologists from the US, from Australia and Germany come to study the rre rocks like Puddinga Ordoviciana, or the trilobites, fossils from the Cambrian period (500 milion years ago).
Here a jewel of industrial achitecture alone make the trip worthwhile: Porto Flavia.
In the 1922 the engineer Cesare Vecelli, who worked for the Belgian company Vielle Montaigne was called to solve the everonerous problem of transportation. Before then the minerals were hand-loades onto the sailboats then shipped to San Pietro island, where there was the only nearby safe port.
Cesare Vecelli build a Port inside the Mountain. Porto Flavia has two tunnels dug into the mountain in front of Pan di Zuccchero. The minerals arrived in the upper one in train-carts and were then sent down to the lower one through nine silos with a capacity of 10.000 tons. from there a conveyor belt loades them onto big merchan ships which were able to berth along the coast for the time necessary for the operation.
Today it is an unforgettable experience to see it from the sea; and even more so to penetrate into the dark bowels of the mountain to then suddenly come out into the sunlight in front of the immense blue and the spectacular Pan di Zucchero."

da „Miniere al sole“ di Susanna Lavazza

 
 

 
 
info about guided tours:
 

mercoledì 1 luglio 2015

Basilica di Santa Giusta (OR)

Tra le più importanti testimonianze dell’arte romanica in Sardegna dobbiamo annoverare senza dubbio la basilica di Santa Giusta, la cui costruzione risale al 1135-1145. Dedicata dunque a Santa Giusta che la tradizione vuole essere martirizzata all'epoca di Diocleziano (244-311) nella cripta presente nella chiesa.  La chiesa sorge nella zona settentrionale dell’omonimo paese, in provincia di Oristano, su un poggio alto pochi metri sul livello del mare. L'accesso principale alla basilica è dato una un'ampia scalinata. Fu edificata in gran parte con dei blocchi e cunei di pietra arenaria prelevati dalle case e dei palazzi dell’antica Tharros distante solo una ventina di chilometri.
Lo stile della cattedrale è romanico ma influenzato dallo stile pisano come si può vedere nella losanga gradonata che campeggia nel timpano della facciata, lo stesso elemento ritorna nelle strutture del Duomo di Pisa realizzate dal Buschetto. Questo elemento ha grande importanza per la storia successiva dell'architettura romanica in Sardegna. La facciata conserva anche delle tracce lombarde con qualche dettaglio di stile arabo. Si tratta di una facciata ripartita in tre registri, corrispondenti alla suddivisione interna in navate: quindi, anche in questo caso i registri laterali sono larghi la metà di quello centrale. Il portale è delimitato ai lati da due stipiti marmorei, conclusi da pseudo-capitelli decorati a foglie, e da un architrave anch'esso marmoreo. Questo, alle estremità, reca scolpiti un leone e una leonessa nell'atto di ghermire dei cervi: il sesso delle due fiere è particolarmente enfatizzato, e la leonessa mostra sulla coscia una croce, realizzata attraverso una differente realizzazione del pelo. Conclude il portale una lunetta al centro della quale campeggia una croce in basalto scuro. 
La torre campanaria, rifatta circa un secolo fa, ha sostituito l’antico campanile a vela originario. La pianta della cattedrale è longitudinale, ripartita in tre navate di cui quella centrale più; non è presente il transetto e la parete absidale possiede una sola abside.