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mercoledì 29 ottobre 2014

INSIDE PEOPLE

La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.
Charles Bukowski
People are the best show in the world. And you don't even pay for the ticket.
Charles Bukowski
Germans, Dutch and Americans enjoying Sardinia
Spanish Group and senegalese friend supporting Cagliari2019- Cagliari Cathedral

USA Group enjoying Sardinian typical dance

Manon, from Holland: better than working in the office!

 Marie, from USA: enjoying her kayak excursion in Cagliari
Euskadi Group in Alghero

Laura explaining something in Barumini

pleaaaseee look at me!!!

Cooking class! don't eat now...just cook!

lunedì 27 ottobre 2014

Pecorino Romano - lavorazione

Il pecorino romano DOP è un formaggio prodotto con latte intero di pecore allevate allo stato brado e libere di pascolare naturalmente. Il latte viene allora trasferito nei centri di lavorazione mediante cisterne refrigerate, quindi filtrato e lavorato direttamente crudo o “termizzato”, cioè trattato alla temperatura di 68 °C. per non più di 15 secondi.  
Vengono poi riempite le vasche di coagulazione dove viene aggiunto un fermento detto “scotta d’innesto”, preparato giornalmente dal casaro secondo una metodologia antica che si tramanda da secoli. L’innesto è uno degli elementi caratterizzanti il Pecorino Romano ed è costituito da una associazione di batteri lattici termofili autoctoni. Aggiunto l’innesto, il latte è coagulato ad una temperatura compresa tra 38°C e 40°C utilizzando il caglio di agnello in pasta proveniente esclusivamente dalla zona di produzione. Accertato il naturale indurimento del coagulo, il casaro procede alla rottura dello stesso fino  a quando i coaguli di cagliata non raggiungono le dimensioni di un chicco di grano. Il particolare tipo di caglio utilizzato libera molecole aromatiche che conferiscono al pecorino romano un sapore deciso fin da giovane.
 Il pecorino romano DOP rientra nella categoria dei formaggi cotti; per cottura si intende la cottura che subisce la cagliata. Il pecorino romano DOP, in passato veniva salato esclusivamente a mano attraverso delle "mani" di sale a secco, che venivano ripetute periodicamente fino a quando il formaggio non riceveva una percentuale ben precisa di sale, circa il 4-5 %, in tempi più recenti è prevista anche la salatura tramite salamoia, ovvero con una soluzione di acqua e sale. Caratteristico di questo formaggio è infatti il sapore molto intenso, conferito dalla elevata percentuale di sale presente, che fa del pecorino romano DOP un formaggio prettamente da grattugia.

Il disciplinare del pecorino romano DOP prevede che la commercializzazione non avvenga prima di 5 mesi di stagionatura per il pecorino romano da tavola o di 8 mesi per il pecorino romano da grattugia. Le forme sono cilindriche e hanno un peso compreso tra i 20 e i 35 kg. Sui fianchi di una forma di pecorino romano DOP si può notare la presenza di un disegno, che rappresenta il capo di una pecora stilizzata, nonché il codice del caseificio in cui è stato prodotto ed il mese di produzione. Il marchio DOP (Di Origine Protetta) significa che tutti i processi de lavorazione, dall’allevamento del bestiame alla stagionatura del formaggio devono avvenire entro la zona indicata nel disciplinare di produzione.

giovedì 23 ottobre 2014

Sardinian language


Sardinian language

The linguistic identity of Sardinia is quite heterogeneous, being split into four main dialects: Logudorese, Nuorese-Barbaricino, Campidanese and Gallurese, with influences of Corsican people.
There are also the dialect of Sassari, resulting from the fusion of the Logudorese with Italian language influences; the dialect of Alghero, quite close to Catalan and the dialect of the island of San Pietro, where a Ligurian dialect is spoken.
Sardinian is a romance language, of latin derivation like Italian, French and Spanish, but unlike these latter it remains quite faithful to Latin, witnessing the conservative attitude of Sardinian culture.
The history of the island of Sardinia, relatively isolated from the European continent up into modern times, led to the development of a distinct Romance language, which even now preserves traces of the indigenous pre-Roman language of the island.
The following substratal influences are possible:
-Nuragic
-Basque
-Etruscan
Adstratal influences include:
-Catalan
-Spanish
-Italian
The early origins of the Sardinian language (sometimes called Paleo-Sardinian) are still obscure, due mostly to the lack of documents, as Sardinian appeared as a written form only in the Middle Ages. There are substantial differences between the many theories about the development of Sardinian.
Many studies have attempted to discover the origin of some obscure roots that today could legitimately be defined as indigenous, pre-Romance roots.
The older layer should be that of Logudorese in the central mountains, which reflects an isolation (probably from the 1st century bce) of the tribes living there. The northernmost varieties of Sardinian—Sassarese and Gallurese—exhibit a mixed Sardinian-Italian typology, with medieval Ligurian and Corsican influences. Later influences include Catalan (dialect of Alghero), Spanish, and Italian (from 1861).
Italian is the official language of Sardinia. In 2005 the local government, Regione Autonoma della Sardegna (RAS), introduced a standard version of Sardinian (Limba Sarda Comuna), but, as it was not based on clear-cut linguistic criteria, it has not been acknowledged by native speakers or local administrations. Scholars and language academies were working on a dual standardized norm that combines Logudorese and Campidanese.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Useful phrases in Sardinian

English
sardu/saldu
(Logodorese)
sardu/sadru
(Campidanese)
  Eni Ennido
 
 
 
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lunedì 20 ottobre 2014

Rules of a good hiker

Rules of a good hiker
-Before each excursion look at the latest weather forecast.
-Check that in the backpack there is everything you need: don't forget water or, in the summer, sunscreen. Water - Two quarts per person is recommended in every season. Keep in mind that fluid loss is heightened in winter as well as summer. Don't put yourself in the position of having to end your hike early because you have run out of water. Knife or Multi-tool - You may need to solve some unexpected problem.
-In case you are going without a guide you should have a map and a gps or a compass.
-Make sure you take good shoes to walk, light and breathable clothing and protection against the cold, the rain and the sun.
-You should treat nature with respect: never disturb the animals.
-Never leave rubbish.
-Never walk alone in the mountains.
-In case of thunderstorm you should avoid trees and summits.
-In summer you should not light fires
-Remember to avoid taking flowers: flowers are nicer in their habitat.
-Make sure you know exactly where you are going.
-Remember to know where to get help.
-Stay on trails – makes hiking easier and it is harder to get lost.
-If an area looks dangers, do not go there.
-Light - A flashlight or small, lightweight headlamp will be welcome gear if you find yourself still on the trail when darkness falls.
http://www.insidesardinia.com/en/insidevillacidro.html

giovedì 16 ottobre 2014

Isola di Caprera

L’isola di Caprera si trova nella parte nord-orientale della Sardegna e fa parte dell’arcipelago di La Maddalena, appartiene al comune di La Maddalena, provincia di Tempio-Olbia, a cui è legata da un ponte-diga lungo 600 metri costruito nel 1958 e chiamato “passo della moneta”. E’ scarsamente popolata e la maggior parte degli abitanti vive nella frazione di “Stagnali”. L'isola di Caprera è interamente compresa nel Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena, un'area altamente protetta, marina e terrestre, di interesse nazionale e comunitario.
 L'isola è nota soprattutto per essere stata, per oltre vent'anni, l'ultima dimora e il luogo del decesso di Giuseppe Garibaldi. Egli acquistò infatti, con l'eredità del fratello Felice, la metà settentrionale, allora completamente disabitata, di Caprera nel 1856. Qualche anno più tardi Garibaldi si fece costruire, nello stile delle fazendas sudamericane, la famosa "casa bianca", oggi il museo Compendio Garibaldino. Qualche anno dopo, grazie all’aiuto economico di figli e amici riuscì a comprare anche l'altra metà dell'isola. Nella grande tenuta, Garibaldi visse  sino al 2 giugno 1882, data della sua morte. Contravvenendo alle sue ultime volontà, le sue spoglie vennero imbalsamate e sepolte in una tomba dietro la casa.
Di natura granitica, l’isola possiede numerosi boschi di pini e lecci, con vaste zone di classica macchia mediterranea, e litorali “a rias” (antiche valli fluviali sommerse dall’innalzamento dell’acqua del mare) con cale sabbiose alternate da costoni a picco sul mare soprattutto nella parte settentrionale. Il colore verde cristallino intenso che caratterizza le sue acque è merito delle forti correnti che puliscono il mare in superficie e dei fondali  di sabbia bianchissima che ne risaltano la tonalità.
Per raggiungere l’isola di Caprera, occorre prendere il traghetto a Palau per La Maddalena, la traversata dura all’incirca 15 minuti, successivamente da La Maddalena si prosegue per Caprera.

lunedì 13 ottobre 2014

Mediterranean Diet


The Mediterranean diet is an healthy eating plan originally inspired by the traditional dietary patterns of Mediterranean Basin. This diet is also a delicious way to eat. Many people who switch to this style of eating say they’ll never eat any other way. 

The principal aspects of this diet include:

  1. proportionally high consumption of olive oil, legumes, unrefined cereals, fruits and vegetables
  2. high consumption of fish
  3. moderate consumption of dairy products (mostly as cheese and yogurt),
  4. low consumption of meat and meat products
  5. moderate wine and alcoholic drinks consumption
So, this diet emphasizes abundant plant foods; fresh fruit as the typical daily dessert; olive oil as the principal source of fat; herbs and spices instead of salt to flavor foods; dairy products (principally cheese and yogurt); fish and poultry consumed in low to moderate amounts; zero to four eggs consumed weekly; red meat consumed in low amounts; wine and alcoholic drinks consumed in low to moderate amounts. Of course, with no consumption of OGM products.
Research has shown that the traditional Mediterranean diet, in addition to regular physical activity, reduces the risk of heart disease. In fact, an analysis of more than 1.5 million healthy adults demonstrated that following a Mediterranean diet was associated with a reduced risk of death from heart disease and cancer, as well as a reduced incidence of Parkinson’s and Alzheimer’s diseases.
On December 4, 2013, UNESCO recognized, during its meeting in Baku, this diet pattern as an Intangible Cultural Heritage of Italy, Portugal, Spain, Morocco, Greece, Cyprus and Croatia.

giovedì 9 ottobre 2014

Gli alberi più antichi della Sardegna


Il Parco di San Sisinnio a Villacidro ospita  la più importante aggregazione di grandi oleastri della Sardegna con alcuni esemplari che raggiungono un’altezza di circa 13 metri e una circonferenza del fusto che supera i 5 metri. L'oleastro viene spesso impropriamente chiamato “Olivastro”, ma, mentre quest'ultimo nasce dal seme dell’olivo coltivato, l' Oleastro è spontaneo e nasce dal seme della pianta spontanea. 



L’ Oleastro è un  albero sempreverde a  lento accrescimento e molto longevo; può superare anche i 2000 anni, come gli esemplari presenti a San Sisinnio e a Santa Maria Navarrese o quello di Luras, il più antico della Sardegna, datato tra i 3000 e i 4000 anni!

San Sisinnio è un luogo speciale legato alla figura del Santo e a tante leggende ad esso associate.
Si dice che San Sisinnio liberò il paese dalle terribili streghe “is cogas”, che nelle loro varie incarnazioni (mosche, serpenti, cavallette) rappresentavano il Male e tormentavano gli abitanti del villaggio. Ancora oggi si dice che, nei giorni della festa dedicata al Santo, la prima domenica di Agosto, nei pressi della chiesa campestre non si vedano volare i mosconi che, per timore del Santo, si nascondono nei contorti tronchi degli olivastri.

La chiesa campestre di San Sisinnio venne edificata nella prima metà del XVII secolo: l'arcivescovo Francisco de Esquivel donò una reliquia del corpo di San Sisinnio al canonico di Villacidro, in seguito al ritrovamento delle spoglie del Santo in una chiesa cagliaritana.

"…Nessuna pianta è domestica come questi ulivi, che fanno pensare, coi loro tronchi enormi, a pachidermi accosciati. […] Questi …sono precedenti a ogni umana concezione di ordine e simmetria. […] Sono alberi aspri e scabri come queste pietre e dello stesso colore grigiastro, pieni di un vigore lento e possente." (Giuseppe Dessì - San Silvano)

http://www.insidesardinia.com/insidevillacidro.html

lunedì 6 ottobre 2014

Gonnosfanadiga (CA) - Parco di "Perd'e Pibera"

Situato a circa 5 km dall'abitato di Gonnosfanadiga, lo si raggiunge risalendo il Rio Piras. Ha un estensione di 386 ettari ca. ed è costituito da due corpi: quello di “Perd’e Pibera” e quello di “Monte Omu”.

 L’area del parco di “Perd’e Pibera” agli inizi del secolo scorso fu interessata da una breve attività mineraria, durata sino all'epoca fascista, grazie al ritrovamento di molibdenite, un minerale particolarmente raro in Italia, ma con delle caratteristiche notevoli. Il solfuro di molibdeno, come si chiama tecnicamente, è un ottimo conduttore di energia elettrica, è impermeabile al gas e 200 volte più forte dell’acciaio, ma 6 volte più leggero. La speranza di ricavare grandi quantità di questo minerale portò ad aprire gallerie e alla costruzione di un impianto di trattamento e altri edifici di supporto all'attività estrattiva. Oggi queste strutture, restaurate, vengono utilizzate dal Comune di Gonnosfanadiga e come sede del cantiere forestale.

La vegetazione che ricopre il parco di “Perd’e Pibera” è costituita da un bosco ceduo di lecci con un abbondante sottobosco formato da piante tipiche della Macchia Mediterranea: il corbezzolo, la fillirea, il cisto, l’erica. Nella parte di “Monte Omu” vi sono latifoglie come leccio, sughera (la quercia da sughero),  e roverella (la specie di quercia più diffusa in Italia). Non mancano, in alcune zone, i pini domestici e i pini d’Aleppo, sempre inframmezzati da aree di Macchia più basse di: cisto, fillirea, euforbia e olivastro. Da segnalare anche la presenza di esemplari di “taxus baccata”, conosciuto anche come “albero della morte”, si tratta di secolari tassi di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda la fauna, si segnala la presenza del cinghiale (ghiotto di bulbi di ciclamino), la volpe, il gatto selvatico, la lepre sarda, la donnola, il riccio e talvolta la martora. Naturalmente, in questi luoghi abitano diverse specie di uccelli: la ghiandaia, il gheppio, la poiana, lo sparviero, la pernice, il falco pellegrino.

Attraverso il Parco, percorrendo i ripidi sentieri, si possono raggiungere le vette più alte del complesso del Linas come “Punta Sa Mesa”, la più alta del complesso con 1236 m., o come “Punta Cammedda” e “Punta Santu Miali”. Volendo, attraverso i tanti sentieri, si può anche passare dall’altro versante e raggiungere le cascate di Villacidro come “Piscina Irgas e quella di Rio “S'ega sitzoris”. Non mancano inoltre percorsi di Mountain Bike dove allenarsi e divertirsi.

giovedì 2 ottobre 2014

Guia de Cerdeña: Pequeña Guía a los Nuraghes de Cerdeña

(disegno tratto da "La Sardegna Antica nei disegni di F.Corni")

La civilización nuragica se desarrolla en Cerdeña entre el 1500 y el 800 antes de Cristo. En toda la isla tenemos 7000 castillos en piedra llamados nuraghe. Sucesivamente vendràn readaptados y reutilizados por los romanos. En el período nuragico se construyen tambien otros edificios, algunos con funciones civiles como las cabañas que formaban parte del pueblo, otros con funciones religiosas como los pozos sagrados y los templos y otros con función funeraria como las tumbas de gigantes. La religión estaba basada en cultos animisticos y cultos a los antepasados; en el campo de la animistica forman parte sobretodo las creencia ligadas a las aguas beneficiosas realizadas sobre todo en los pozos sagrados y en la fuentes sagradas.  Muy importante es la produción de objetos en bronze: pequeñas estatuas llamadas bronzetti y estatuas en piedra.
Las comunidades eran divididas en clases sociales:  la màs importante era la clase guerriera, a la cual partenecìa  el jefe, despues la clase sacerdotal y el pueblo constituido por agricultores y pastores y por habilisimos contructores y expertos navigantes. 
Las piedras para construir el Nuraghe se llevaban con l’ayuda de los bueyes y venìan dispuestas en filas horizontales a seco, sin la utilización de ningùn tipo de mortero. Se hipotiza la utilización de plataformas inclinadas realizadas sobres andamios de madera o de tierra (photo).
El Nuraghe Santu Antine a Torralba (photo), también llamado Sa domu de su Re ( "Casa del Rey") es uno de lo más grandes Nuraghe en Cerdeña.