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lunedì 6 ottobre 2014

Gonnosfanadiga (CA) - Parco di "Perd'e Pibera"

Situato a circa 5 km dall'abitato di Gonnosfanadiga, lo si raggiunge risalendo il Rio Piras. Ha un estensione di 386 ettari ca. ed è costituito da due corpi: quello di “Perd’e Pibera” e quello di “Monte Omu”.

 L’area del parco di “Perd’e Pibera” agli inizi del secolo scorso fu interessata da una breve attività mineraria, durata sino all'epoca fascista, grazie al ritrovamento di molibdenite, un minerale particolarmente raro in Italia, ma con delle caratteristiche notevoli. Il solfuro di molibdeno, come si chiama tecnicamente, è un ottimo conduttore di energia elettrica, è impermeabile al gas e 200 volte più forte dell’acciaio, ma 6 volte più leggero. La speranza di ricavare grandi quantità di questo minerale portò ad aprire gallerie e alla costruzione di un impianto di trattamento e altri edifici di supporto all'attività estrattiva. Oggi queste strutture, restaurate, vengono utilizzate dal Comune di Gonnosfanadiga e come sede del cantiere forestale.

La vegetazione che ricopre il parco di “Perd’e Pibera” è costituita da un bosco ceduo di lecci con un abbondante sottobosco formato da piante tipiche della Macchia Mediterranea: il corbezzolo, la fillirea, il cisto, l’erica. Nella parte di “Monte Omu” vi sono latifoglie come leccio, sughera (la quercia da sughero),  e roverella (la specie di quercia più diffusa in Italia). Non mancano, in alcune zone, i pini domestici e i pini d’Aleppo, sempre inframmezzati da aree di Macchia più basse di: cisto, fillirea, euforbia e olivastro. Da segnalare anche la presenza di esemplari di “taxus baccata”, conosciuto anche come “albero della morte”, si tratta di secolari tassi di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda la fauna, si segnala la presenza del cinghiale (ghiotto di bulbi di ciclamino), la volpe, il gatto selvatico, la lepre sarda, la donnola, il riccio e talvolta la martora. Naturalmente, in questi luoghi abitano diverse specie di uccelli: la ghiandaia, il gheppio, la poiana, lo sparviero, la pernice, il falco pellegrino.

Attraverso il Parco, percorrendo i ripidi sentieri, si possono raggiungere le vette più alte del complesso del Linas come “Punta Sa Mesa”, la più alta del complesso con 1236 m., o come “Punta Cammedda” e “Punta Santu Miali”. Volendo, attraverso i tanti sentieri, si può anche passare dall’altro versante e raggiungere le cascate di Villacidro come “Piscina Irgas e quella di Rio “S'ega sitzoris”. Non mancano inoltre percorsi di Mountain Bike dove allenarsi e divertirsi.

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