La “sapa” è anche chiamata “mosto cotto”. E’ un prodotto
tipico della Sardegna, ma anche delle Marche, dell’Emilia Romagna e
dell’Abruzzo. Tra le diverse regioni non ci sono differenze significative, in linea di massima, si tratta di mosto
appena pigiato, fatto bollire per diverse ore con bucce d’arancia secche e mele
cotogne, fino alla riduzione di circa un quinto del volume iniziale. La “sapa”
veniva usata spesso nella cucina delle tavole contadine. Si usava per impastare
dolci e pane, per insaporire formaggi e per creare bevande con l’aggiunta di
acqua o neve fresca. Il dolce “Su pani ‘e sapa” viene preparato soprattutto in occasione
delle festività. La preparazione era una sorta di rito colletivo in cui le
donne preparavano i diversi ingredienti della “sapa” e l’impasto con cui
mischiarla. Si lasciava riposare l’impasto per tutta la notte e il giorno dopo
si preparava il dolce. In Sardegna, poi, esiste anche la “sapa” di fico
d’India, ottenuta dalla cottura del succo di questi frutti. La “sapa” di fico
d’India sostituisce la “sapa” di mosto d’uva. In questo modo, molte famiglie
povere, non possedendo vigne e quindi mosto, potevano comunque preparare i
dolci tradizionali che si basano su questo ingrediente. Gli ingredienti che occorrono
sono: fichi d’india freschi (4kg.), buccia d’arancia, finocchio selvatico
fresco. Si prepara a settembre, cioè quando i fichi d’india raggiungono la loro
piena maturazione. Vanno sbucciati e spremuti schiacciandoli con una forchetta.
Li si mette in una pentola con mezzo bicchiere d’acqua a cuocere a fuoco lento
per 30 minuti sino a sciogliere la polpa. Si filtra il contenuto con un passino
per pomodori usando il disco a fori piccoli. Si rimette il contenuto sul fuoco,
aggiungendo la scorza d’arancia e il finocchietto selvatico e si fa bollire il
tutto a fuoco lento per qualche ora sino
ad avere un succo denso. Raggiunta
la densità ideale si spegne il fuoco e si lascia a raffreddare. Viene quindi
conservata in barattoli di vetro chiusi da tappi sigillanti. Questi vasetti si
consiglia di tenerli lontani da fonti di calore. La durata della “sapa” varia
dai 3 ai 5 anni.
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