La necropoli di Monti Prama, con le sue monumentali Statue, è un sito unico in Sardegna.
Le Statue, che rappresentano pugilatori, arcieri e guerrieri, dovevano marcare con
forza il territorio, attraverso l’ostentazione dei valori
riconosciuti di una comunità che, secondo alcuni studiosi, era diventato la più potente o, tra le più potenti in tutta l’isola.
Il Sinis è una zona
ricca di risorse: stagni, lagune e mare, il terreno è fertile e si raggiungono facilmente
aree ricche di risorse minerarie (compreso il monte Arci). La costa permette
facili e sicuri approdi, come a Tharros. In questa terra felice,
alcune comunità iniziano ad emergere tra le altre.
Ad un certo punto
dell’età del Ferro, nel IX sec. a.C. una, o più comunità,
individuano un’area da destinare a necropoli, in cui i defunti sono
sepolti in pozzetti. I contatti con gli stranieri levantini si fanno più
frequenti e la comunità sente l’esigenza di ostentare la propria
superiorità. L’area viene pavimentata e vengono create nuove tombe
a pozzetto, ricoperte da lastroni, sopra i quali vengono posizionate imponenti
statue.
È evidente
l’influsso della grande statuaria giunta da oriente: i membri delle famiglie integrano questo
nuovo concetto e lo adattano alla piccola bronzistica
figurata nuragica, introducendo solo pochi dettagli stranieri
nell’abbigliamento, forse all’inizio, con il supporto di artigiani
esterni.
Secondo alcuni studiosi, dunque,
gestire il rapporto con gli stranieri, da cui si ricevono in dono
oggetti preziosi, che vengono esibiti in luoghi e situazioni
particolari, assicura e rafforza l’autorevolezza.
Le statue rappresentano la volontà di monumentalizzazione e
raffigurano i valori della comunità: virtù militare, sfera
religiosa, mito di fondazione, dove i defunti assurgono al rango di
antenati della stirpe asserendo il diritto al potere della comunità.
Il viaggiatore percorrendo la strada che passava in
prossimità delle statue, veniva pervaso da un’aura sacrale, che incuteva
a chi passava rispetto, riverenza e timore.
Per quanto riguarda la
distruzione di questo Heroon gli archeologi non sono d’accordo.
Secondo Raimondo Zucca la distruzione potrebbe essere legata alla nascita della vicina
Tharros: potrebbe, cioè, riferirsi ad un momento in cui il popolo sardo-fenicio di
Tharros, volle liberarsi dagli esosi prelievi sulle merci,
veicolate nel porto e controllate dalle comunità sarde,
che avevano eretto lungo l’unica via di collegamento tra il porto e
le fertili piane del campidano settentrionale e le miniere del
Montiferru i KOLOSSOI di Monte Prama.
Queste sono solo ipotesi, intanto gli scavi continuano....
Bibliografia: I Giganti di Pietra, A. Bedini, C. Tronchetti, G. Ugas, R. Zucca.
Nessun commento:
Posta un commento