Il museo nazionale archeologico ed etnografico “G.A. Sanna”
di Sassari, sito in via Roma, è intitolato a Giovanni Antonio Sanna, imprenditore
e politico originario di Sassari ma che deve la sua fama alle miniere di piombo
e zinco di Montevecchio. La struttura del museo si divide in tre parti:
archeologia, etnografia, pittura.
L’origine ufficiale del museo risale al regio Decreto n° 284
del 19 febbraio 1931 quando viene istituito il “Regio Museo di Antichità ed
Arte – Giovanni Antonio Sanna” in titolata all’omonimo deputato del Regno di
Sardegna. Il Sanna aveva già donato, come lascito testamentario una collezione
di 250 dipinti e gli altri reperti, in massima parte archeologici, provenienti
dai diversi scavi che per anni aveva finanziato. Fu poi la figlia dello stesso
Sanna, Zely Sanna Castoldi, a donare alla città di Sassari il terreno per il
museo e a commissionarne la costruzione eseguita tra l’aprile del 1925 e il
dicembre 1929. L'edificio si richiama ad un tempio classico con un ingresso
dotato di breve scalinata in vulcanite rossa.
Al museo così creato si aggiunsero nel tempo altre
collezioni private (ad esempio quelle Chessa, Dessì, Clemente) ed i reperti acquisiti,
dal 1958, attraverso ricerche e scavi dalla locale Soprintendenza per i Beni
Archeologici. Negli anni Settanta, Ercole Contu provvide ad una radicale
riorganizzazione degli oggetti esposti proponendo un ordinamento cronologico e
topografico di più facile comprensione per un vasto pubblico. Nel corso del
tempo il Museo Sanna è stato interessato da importanti lavori per l’abbattimento
delle barriere architettoniche, la creazione di un padiglione per l’esposizione
temporanee ed il riallestimento della sala “Monte d’Accoddi” e la sala “romana”.
Nel 2000 è stata inaugurata la nuova sezione “Medievale e Moderna. Dal 2010 la
collezione pittorica non è più esposta nelle sale del museo, ma è visibile
presso la Pinacoteca Nazionale MUS'A di Sassari in via Santa Caterina.
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