Questo è periodo di raccolta in Sardegna.
Per rendere il prodotto più puro possibile occorre eliminare completamente la parte biancastra dello stilo che tiene uniti i tre stigmi. Un'esperta pulitrice può pulire una media di 600 fiori all’ora circa.
Gli stimmi vengono sistemati per l'essiccamento, vicino a sorgenti di calore blando (sole, camino, o qualunque fonte di calore che permetta una temperatura costante tra i 35-45 °C) fino a quando gli stimmi si spezzano facilmente con frattura netta.
Per ogni ettaro coltivato si ottengono, mediamente, 9 o 10 chilogrammi di zafferano essiccato. Nella cucina sarda si utilizza un po’ dappertutto: la fregola (il cuscus sardo), i malloreddus, il ragù di salsiccia, le minestre, il brodo e i dolci, come le pardulas (fagottini ripieni di ricotta o di formaggio e cotti al forno) e i fritti di carnevale.
È ricco di carotenoidi che riducono i danni cellulari provocati dai radicali liberi. Uno dei suoi utilizzi più tipici nella cucina italiana è nel risotto alla milanese o "risotto giallo", così noto appunto per la colorazione che lo zafferano dà alla ricetta.
Furono le popolazioni arabe che per prime attribuirono allo zafferano proprietà curative, come quella di indurre addirittura il buonumore, quasi un antidepressivo naturale.
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