E’ una pianta sempre verde, originaria dell’Oceania,
appartenente alla famiglia delle Mirtacee, il nome viene dal greco e significa “nascondere
bene” , dovuto al fatto che i petali nascondono bene il fiore.
In Italia gli Eucalyptus sono
stati impiantati massicciamente nelle regioni paludose della Maremma e delle
pianure Pontine in epoca Fascista soprattutto per un motivo: queste specie
hanno un apparato radicale molto profondo in grado di pompare grandi quantitativi
di acqua dal terreno contribuendo alla bonifica delle aree paludose, prosciugando
i terreni ed eliminando gli habitat idonei alle zanzare, in particolar
modo le zanzare Anopheles portatrici della malaria. Sulla scia di questo
utilizzo, in Sardegna gli Eucalyptus hanno fatto la loro comparsa nei primi
decenni del XX secolo, al momento della grande bonifica della piana di
Terralba-Arborea, quando furono utilizzati nelle bonifiche e lungo i canali dei
centri abitati. E' possibile trovare ancora oggi, nei piccoli paesi del
Campidano e dell’Oristanese, lungo i canali, esemplari di Eucalyptus che hanno circa cento anni e risalgono
ai primi impianti di specie di questo genere sull'Isola.
Queste piante oggi vengono utilizzate meno perché ci
si è resi conto che l'ampio apparato radicale degli Eucalyptus può
rappresentare uno svantaggio tendendo a colonizzare il territorio e impedendo la
crescita di altre essenze arboree. Le specie coltivate in Italia sono circa
quaranta, anche se una stima precisa è difficile perché il loro numero continua
a crescere per le nuove introduzioni. Quella più diffusa in Sardegna è l'Eucaliptus Camaldulensis, molto rustico
e resistente ai parassiti e alla siccità.
Gli Eucalyptus sono piante molto nettarifere e
attirano molti insetti come le api, che da queste piante producono uno dei
mieli più apprezzati. L’ Eucalyptus è stato poi piantato con continuità per il suo
legname prodotto in grandi
quantità, soprattutto negli ultimi 50 anni, utilizzato in larga misura come
legna da ardere per i nostri camini e stufe. Si tratta di un combustibile di
qualità medio-alta, che ha sopperito alla carenza cronica di legna da ardere che affliggeva la nostra
isola nel passato spoglia com’era per l’aridità e i continui incendi. In altre
parole, la disponibilità di grandi quantitativi di legname a rapida crescita,
disponibile a buon mercato, ha negli anni salvato molti boschi sardi di grande
valore ambientale, storico e naturalistico dal taglio selvaggio per la produzione
di legna da ardere.
E' un albero che cresce molto e molto in fretta. Questo determinò la sua recente diffusione nel mondo (da parte di un imprenditore nordamericano), perché pensò di utilizzarne il legno, solo per scoprire - ben presto - che è di pessime qualità strutturali. In Sardegna è utilizzato, come hai detto, come legna da ardere e per difendere dal vento salmastro le colture costiere (alcuni agricoltore ne conoscono il nome solo come 'frangivento', appunto).
RispondiEliminaL'anofelismo non è stato eliminato, con l'eucalipto. Per fortuna è stato debellato il Plasmodio della Malaria, di cui l'anofele è il vettore.